[Recensione]: Vertigine. Le stelle di Noss Head vol.1 - S.Jomain

Salve a tutti astrolettori e benvenuti sul Pianeta; oggi sono qui per parlarvi di


Vertigine. Le stelle di Noss Head vol.1
Trama:
All’alba dei diciotto anni, Hannah è semplicemente furiosa all’idea di lasciare Parigi per trascorrere un’altra vacanza estiva a Wick, la piccola cittadina a nord della Scozia dove vive la nonna. Per una ragazza della sua età, abituata alla frenesia della metropoli, non esiste posto più noioso. A risollevarle il morale, per fortuna, ci sono le vecchie amicizie ma anche le nuove conoscenze, fra cui il misterioso Leith, dalla bellezza statuaria e dal fascino irresistibile. Non importa se su di lui circolano strane voci: l’attrazione è immediata, reciproca e incontenibile. Per Hannah sembra che stia iniziando la storia d’amore che tutte le ragazze sognano, ma ogni fiaba che si rispetti ha il suo lato oscuro, e quella della giovane si sta per trasformare in un incubo.Fra antichi racconti e creature straordinarie, sullo sfondo del suggestivo paesaggio delle lande scozzesi e delle coste del Mare del Nord, Vertigine coinvolge il lettore in una storia avvincente che soffia sul fuoco del mito, facendo divampare le fiamme della leggenda e della passione. Una trama emozionante unita a una scrittura ipnotica che vibra della scoperta del primo amore sul filo incredibile della magia. Perché le fiabe a volte sono più reali di quanto pensiamo.
RECENSIONE:

Non ho purtroppo molte belle parole da spendere per questo libro che ho iniziato con alte aspettative che sono state tutte tristemente deluse.  Lo stile di scrittura della Jomain mi ha irritata sin dalla prima all'ultima parola: a parte il fatto che le descrizioni più dettagliate ruotano praticamente solo intorno a Leith, protagonista maschile ("gli occhi verdi brillanti"; "il calore del suo corpo"; "lo sguardo penetrante"; questa frase poi è ripetuta talmente tante volte nel corso del romanzo da rasentare il ridicolo! Non si può esprimere un concetto con parole diverse? No, eh?) ma il linguaggio usato è particolarmente scialbo, poco ricco, molto semplice e banale. Non sono riuscita ad immedesimarmi nelle ambientazioni descritte quasi frettolosamente cosa che mi dispiace moltissimo; certo, non amo i libri prolissi, ma nemmeno così "poveri". D'altronde il libro è ambientato in Scozia, terra affascinante, misteriosa e magica sin nelle viscere, mi sarebbe piaciuto moltissimo leggere descrizioni più dettagliate, soprattutto quando i protagonisti girovagavano tra le rovine della città. C'è, ad esempio, una scena in cui Hannah si reca al museo, ci resta due ore e..non c'è una minima descrizione! Il ritmo di alcuni dialoghi è davvero troppo serrato: botta.risposta.reazione.botta.risposta.reazione. NO!
I personaggi? Che dire.. Spessore psicologico al minimo, quasi inesistente, Hannah è insopportabile, molto infantile nonostante i suoi 18 anni, una ragazzina capricciosa e sciocca ed è quel tipo di protagonista che detesto: in primis direi che per tutte le volte che ha trattenuto il fiato o che ha smesso di respirare mi stupisco di come non sia morta per mancanza di ossigeno nei primi capitoli; in secundis è quel tipo di protagonista che si perde nel suo innamorato: vive per lui, agisce e pensa solo per lui, lei è praticamente alle sue dipendenze, non reagisce indipendentemente, viene sballottolata dagli eventi come una pallina da tennis, è troppo passiva! Mentre Leith è il classico belloccio di questo genere di libri: alto, riccio, moro, occhi verdi, misterioso, dalla forza sovraumana, protettivo e quant'altro. Tutto.già.visto. Speravo in un libro originale e coinvolgente ma niente; credo che l'idea fosse carina,anche se a livello di trama non rappresenta una novità, tutto già trito e ritrito. Infatti questo libro è troppo simile a Twilight: Leith è caratterialmente un miscuglio tra Edward e Jacob e alcuni eventi, così come certe caratteristiche, sono praticamente uguali a Twilight, cambia giusto il nome. L'autrice ha creato un mondo di licantropi originale anche se non descritto particolarmente bene, eppure è in qualche modo affascinante. Il libro potrebbe essere autoconclusivo, infatti il finale è molto bello,  ma so che è il primo di una saga e che l'autrice ha dichiarato che i libri successivi saranno caratterizzati da nuove creature e ciò mi incuriosisce molto.
È un libro che potrebbe piacere a lettrici molto giovani, soprattutto se hanno amato o amano storie molto simili a Twilight. Di per sé il libro non mi ha fatto impazzire e non lo consiglierei caldamente. Anche perché è un libro YA che non lascia alcun messaggio per i suoi giovani lettori.

INFO:
PAGINE: 362
PREZZO:13,50€
EDITORE: Fazi Lainya


L'AUTRICE:
Sophie Jomain. Nata nel 1975 a Villefranche-sur-Saône, autrice di fantasy e non solo, a oggi ha pubblicato dodici romanzi. Ha raggiunto la fama grazie alla saga Le stelle di Noss Head, di cui Vertigine è il primo episodio. Di prossima pubblicazione gli altri quattro volumi.





Buone letture!


MOMENTO SPOILER

Qui descriverò nel dettaglio alcune scene che più ho odiato, perciò se avete intenzione di leggere il libro vi sconsiglio di continuare la lettura, in caso contrario sono curiosa di conoscere i vostri pareri.
La prima scena che mi ha fatto rizzare i capelli in testa è stata quando Hannah accetta di andare in vacanza con Leith dopo, quanto? 4 giorni di conoscenza? È assurdo, soprattutto perché i suoi genitori sono iperprotettivi eppure la lasciano andare. Certo, quale genitore non affiderebbe sua figlia ad un perfetto sconosciuto per due giorni in vacanza? E qui ha iniziato a ribollirmi il sangue nelle vene.
Altra scena: Hannah, arrabbiata, delusa e triste (e capricciosa!)perché Leith non la chiama ogni 5 minuti della sua vita (essendo impegnato in alcuni affari privati) va' al pub insieme a Davis(amico d'infanzia) e ordina una birra scura; e che c'è di male? direste voi. Il fatto è che la prima volta che andò al pub con Davis, non solo criticò tutto il suo gruppo di amici che bevevano birra ma aveva anche dichiarato che la birra non le piaceva! E in questo momento che lei va' al pub per affogare i suoi dispiaceri in una scura, dichiara:"In realtà non avevo sete e, ancor meno, avevo voglia di bere dell'alcol, ma ne buttai giù d'un fiato più di un quarto"(cit. pag.205-206)...E CERTO! "Non ho fame e non mi piacciono i carciofi ma nonostante questo vado al ristorante per ordinarne e mangiarne una vagonata"..WTF?!

D'altronde, cara la mia Hannah, sei consapevole che il tuo fidanzato è un lupo mannaro e se per due settimane non si fa sentire 300 volte al giorno e non può dirti cosa succede, fatti due domande no?! Probabilmente ti racconterà tutto appena ritorna a Wick. E invece no gente, lei che fa? Prima, mezza ubriaca si tuffa tra le braccia di un quarantenne dopo di che flirta amabilmente col barista e mette in discussione l'intera relazione con Leith. E questa è maturità? Questa è una protagonista da cui prendere esempio? È una semplice schifezza!
Mi spiegate, per favore, perché diamine lo sguardo di questi bellocci misteriosi è "penetrante"? Non ho la pazienza né la voglia di mettermi a contare quante volte nel libro ricorra l'espressione "il suo sguardo penetrante"; o Zeus, che nervi!
Altro fatto insopportabile: i genitori di Hannah organizzano la sua vita ogni giorno: "Abbiamo deciso di rimanere qui a Wick e tu potrai andare all'università St Andrews e non ce ne frega niente se non abbiamo chiesto il tuo parere, abbiamo deciso così": da specificare è che Hannah è di Parigi, tutta la sua vita è lì così come la sua migliore amica, ma accetta questa condizione senza problemi. Se i miei genitori  dovessero dirmi una cosa del genere andrei nel panico; non che non mi piaccia fare nuove esperienze ma lasciare tutto senza aver chiesto neanche la mia opinione, mi farebbe inca***** parecchio. "Hannah farai scuola guida in questi giorni così entro poche settimane prenderai la patente"; "Hannah abbiamo deciso che devi fare così non colì" AAAARGHHHHH. Fossi stata in lei mi sarebbero partite le coronarie! 
Sarò all'antica ma per me, legarmi a una persona, significa molto e se poi questa persona la dichiaro mia migliore amica, significa che ho vissuto con lei esperienze incredibili, che la conosco profondamente e lei conosce profondamente me, tanto da crearsi un legame indissolubile. Hannah ha la capacità di saltare da una migliore amica all'altra; infatti è Gwen a diventarlo a fine libro, la ragazza misteriosa proprietaria di una stramba libreria. Gwen, che conosce da un mese con la quale si saranno viste sì e no 3/4 volte. Non dico che non si possa creare un forte legame con una persona in poco tempo, ma da qui a definirla migliore amica ce ne vuole! Ma d'altronde che cosa mi aspetto da una persona che accetta di andare in vacanza con un perfetto sconosciuto? Vorrei specificare che la sua migliore amica "ufficiale" è Sissi, tra le due ragazze c'è uno scambio di email e messaggi ma quando Sissi mette gli occhi su Leith, Hannah vorrebbe solo prenderla a calci.. Io..no, non mi esprimo. È meglio!
Il  mòr-aotrom è quel momento in cui tecnicamente negli occhi di un mannaro scoppiano dei "fuochi d'artificio"(cit.) e che spiritualmente lega l'anima dell'essere con quella della sua amata. Non vi ricorda, per caso, l'imprinting dei mannari nella saga della Mayer? E la Mòr-Cogadh, la guerra tra le antiche razze dei mannari con quelle nuove generate dalle unioni tra mannari e umani che desiderano sottrarsi alle rigide leggi ancestrali, che prevedono l'uccisione immediata dei nascituri "meticci", non vi ricordano per caso l'antica famiglia dei Volturi? Le similitudini sono molte e questo, ho notato, è un elemento che ha generato un po' di fastidio tra i lettori del romanzo. 
Se avete letto il libro e se anche voi non avete sopportato alcune scene, scrivetemelo nei commenti specificando che state facendo spoiler!

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