[Recensione]: La figlia femmina - Anna Giurickovic Dato

Ciao astrolettori, benvenuti su Il pianeta del libro. Oggi sono qui per parlarvi di un libro che è risultato essere un pugno allo stomaco, non di certo perché lo ritengo brutto ma perché il tema trattato è doloroso.
Trama:
Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia?
La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli. È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quell’abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.


Sono una persona estremamente sensibile e le scene di violenza, di qualsiasi tipo, generalmente mi fanno sentire fisicamente male. Questo libro lo avevo iniziato mesi fa ma mi trovavo in un periodo così particolare che ho dovuto abbandonarlo; quest'estate però ho deciso di riprenderlo in mano con coraggio. Non è il primo libro in cui trovo scene di violenza o di abusi sessuali, tuttavia è stato doloroso leggerlo; mi ha disgustata, nonostante sia scritto meravigliosamente bene, e avendomi suscitato una miriade di sentimenti contrastanti sono arrivata alla conclusione che, per me, questo libro ha fatto un ottimo lavoro.
Le protagoniste della nostra storia sono prevalentemente due, Silvia e Maria, madre e figlia: Silvia è una donna rinchiusa nel suo guscio di sicurezza, creato dall'amore incondizionato per Giorgio, un uomo taciturno e ombroso, molto più grande di lei. Maria la conosciamo nel passato e nel presente: come una qualsiasi bambina Maria gioca felice, ride e fa amicizia ma dopo un certo periodo di tempo diventa violenta nei confronti della madre, dei compagni di classe, disegna cose che una bambina non dovrebbe conoscere e assume degli atteggiamenti isterici che nessuna bambina serena dovrebbe esternare. Nel presente Maria è una tredicenne bellissima, spezzata dal suo passato e per reagire ai devastanti pensieri  si atteggia come un'adulta; mi ha ricordato moltissimo Lolita come personaggio. Lolita la conosco solo grazie alla pellicola cinematografica eppure Maria assume degli atteggiamenti sensuali che nessuna tredicenne dovrebbe assumere; Lolita è un romanzo che vorrei leggere da sempre ma il trema trattato mi spaventa parecchio, così come mi spaventava questo. Il tema degli abusi sessuali in generale, e quello sui minorenni in particolare, mi fa attorcigliare lo stomaco: devo dire che in questo libro le scene non sono esplicite, sono velate e per nulla volgari tuttavia è abbastanza chiaro ciò che succede. Solo Silvia è ignara di tutto ciò: inconsciamente o no? Ho un po' odiato il suo personaggio, ad essere onesta. Una donna, una madre dovrebbe cogliere certi segnali, dovrebbe ascoltare sua figlia per quanto dolorosa possa essere la realtà che ne verrà fuori. Tuttavia Silvia è una donna estremamente fragile, lo si coglie subito questo suo aspetto caratteriale, ingiustificabile forse, ma terrorizzata. Terrorizzata di vedere il proprio mondo crollare, di accettare verità profondamente dolorose. Questo terrore paralizzante la porta a chiudere gli occhi di fronte alle disperate richieste di aiuto della sua amata figlia. Maria è un personaggio di cui non si può dire molto: è una bambina che ha subito abusi, una bambina che non ha avuto una normale infanzia e che crescendo è diventata una ragazza i cui atteggiamenti sono continue richieste di aiuto. Davanti agli occhi annebbiati di Silvia si profila una scena inaccettabile dove protagonista è Maria: ho letteralmente sofferto leggendola fino a che non sono giunta al finale che mi ha lasciata con la speranza di un futuro migliore per Maria.

<<Sono in attesa della sua chiamata, e mi rendo conto che il mio umore dipende soltanto da un suo gesto. Mi spavento e mi sento smarrita, posso davvero permettermi di non essere padrona di me stessa? A momenti mi sento affondare nella stupida fiducia umana, altre volte invece ho un cuore arido in cui non cresce niente.>>

Tutto sommato questo libro mi è piaciuto molto: nella sua brevità fa riflettere parecchio e l'elemento caratterizzante è il fatto che è un romanzo fortemente sensoriale: le descrizioni di Rabat, delle tradizioni, degli odori e dei colori sono estremamente evocative così come poetiche sono quelle di Roma. Non è da tutti scrivere così tanto bene da farti immergere completamente nei luoghi descritti. Il tema è trattato, per quanto possibile, con estrema delicatezza: inoltre è un romanzo che ti sfida ad uscire dalla tua comfort zone per aprire gli occhi e reagire alla realtà che ti circonda e anche solo per questo, anche solo per il fatto che la lettura ti fa star male e ti fa riflettere, questo libro deve essere letto.




INFO:
Casa editrice: Fazi Editore
Pagine: 191
Prezzo: 16,00€




L'autrice:
È nata a Catania nel 1989 e vive a Roma. Nel 2012 un suo racconto si è aggiudicato il primo posto al
concorso Io, Massenzio in seno al festival Internazionale delle Letterature di Roma. Nel 2013 è stata finalista al Premio Chiara Giovani. La figlia femmina è il suo primo romanzo.




Buone letture!

Commenti

Post popolari in questo blog

[Book Tag]: Indiscrete domande letterarie

[Giveaway #1] Queste oscure materie - Philip Pullman

[Recensione]: Finché zombie non ci separi - Jesse Petersen